Associazione Di Meo Vini ad Arte
  • Home

    Calendario 2020

    Napoli Belgrado: il nero e il bianco

Calendario


2020 Belgrado

Napoli Belgrado: Il Nero e il Bianco





Photo Gallery

Palazzo di Serbia
9 Novembre 2019

Video

Palazzo di Serbia
9 Novembre 2019

Video

Palazzo di Serbia
9 Novembre 2019



Photo Gallery

Sergio Goglia
Novembre 2019

Photo Gallery

Palazzo Serra di Cassano
5 Dicembre 2019

Photo Gallery

Museo di Jugoslavia
10 Novembre 2019



Photo Gallery

Palazzo Bianco
9 Novembre 2019

Photo Gallery

Ambasciata Italiana
8 Novembre 2019























Benvenuto

Da Napoli a Belgrado

La prima ispirazione nella scelta della sede del nuovo calendario, è derivata dalla lettura del saggio di Milan Kundera "Il sipario”.

In questo libro del 2004, l’autore ceco ricorda che quando negli anni Sessanta si trasferì in Francia, scoprì che per i francesi il suo Paese faceva parte dell’Oriente Europeo, come se la lunga appartenenza della Boemia, alla storia e alla letteratura europea, fosse stata inghiottita nel nulla.

Questo diffuso preconcetto riportava alla mente dello scrittore, le parole con cui nel 1939 il primo ministro inglese Chamberlain, dopo aver abbandonato alle mire di Hitler la Repubblica Ceca, si giustificò: “a far away country of witch we know little”.

Ecco, quindi, che mi sono chiesto se ci siano ancora paesi di cui si possa dire è “un paese lontano di cui sappiamo poco”

Uno mi è subito venuto in mente, anche se non è “far away”, per la verità.

Anzi è piuttosto vicino. Dopo le tragiche vicende degli anni Novanta (che hanno portato alla fine della Jugoslavia), della Serbia e di Belgrado, sede del nostro prossimo incontro, ci siamo dimenticati e disinteressati.

Vero crocevia tra Oriente e Occidente, punto di confluenza del mondo latino e del mondo bizantino, area dello scisma cristiano tra cattolici e ortodossi, frontiera tra Occidente e Islam, antico insediamento degli slavi meridionali, questo paese è stato capace di opporsi al fascismo, poi di inventare un comunismo orgogliosamente indipendente da Mosca, e perfino di essere guida dei paesi non allineati, prima di precipitare nella guerra e nella perdita dell’unità nazionale a fine secolo.


Per quanto diverse Napoli e Belgrado sono entrambe in un certo senso luoghi di confine, invase da molti popoli, vissute sotto diversi regni e domini, ma capaci di conservare la propria identità, e di resistere, e perfino di cacciare da sole, gli invasori: vedi le quattro giornate di Napoli, e la lotta di liberazione dai nazisti degli slavi del sud.


La fondamentale differenza tra le due città è forse il diverso rapporto con la propria memoria.


Quello dei napoletani è leggero e tendente alla rimozione magari venata di nostalgia, con l’evocazione di “un’armonia” perduta per sempre, come in La Capria, ma con lo sguardo ben fisso sul presente e le sue occasioni.


All’opposto gli abitanti di Belgrado, e della Serbia, coltivano il culto delle memorie del passato, senza riuscire a staccarsene mai del tutto, che siano i conflitti contro i Turchi, o la Seconda Guerra Mondiale, il passato riemerge sempre dal sottosuolo, come nel bellissimo film di Kusturica (Underground), e viene rievocato nei musei nelle chiese e nelle rocche della città.

Non è un caso che il più famoso scrittore jugoslavo, Ivo Andric, citi questa frase di Leonardo “da Oriente a Occidente in ogni punto è divisione”. Ad essere divisa ieri come oggi è la memoria, che non trova facili riconciliazioni.

Il viaggio che vi propongo quindi è anche un viaggio nella memoria dell’Europa, nelle sue divisioni e nelle sue sconfitte, per andare a vedere con i nostri occhi cosa è rimasto uguale, e cosa è cambiato in quella città, così fedele alla propria Storia e alla propria memoria, così diversa dalla nostra tendenza a trasformare il passato in qualcosa di innocuo, a cui al massimo dedicare un museo, o un film in costume,

Conoscere realtà così vicine ma così lontane, sia pure per quel poco che è possibile in un breve soggiorno, aiuta secondo me a ridurre le divisioni e le incomprensioni tra popoli e culture diverse, che è una delle finalità che la mia associazione intende perseguire, proponendo stavolta una sede insolita e lontana dai tour più battuti, ma senza rinunciare alla festa finale che sarà divertente e coinvolgente, e con qualche sorpresa, come ogni anno.


Generoso di Meo

Generoso di Meo



  • Massimo Listri
  • Elisabetta Karađorđević
  • Carlo Lo Cascio
  • Emir Kusturica
  • Goran Aleksić
  • Aleksandra Jovicevic
  • Maria Djurić
  • Maria Gabriella di Savoia
  • Vittorio Sgarbi
  • Goran Gocić
  • Marina Abramović
  • Michel di Jugoslavia
  • Goran Bregović
  • Ratko Božović
  • Branislav Stojaković
  • Nebojša Babić














STORIA

Napoli, agosto 1944
l'incontro tra Churchill e Tito


Villa Rivalta


Churchill e Tito


Churchill e Tito


Tito e i Capi di Stato


Tito e le Celebrità




Black & White Ball















Palazzo di Serbia

Il Palazzo di Serbia, costruito fra il 1947 e il 1962, è un grande simbolo e contemporaneamente una preziosa testimonianza della storia del paese.

La realizzazione dell’edificio nasce da un progetto di quattro architetti provenienti da Zagabria, guidati da Vladimir Potočnjak. Ma in seguito sarà Mihailo Jankovic a dirigere gran parte dei lavori di costruzione e ad ampliare l’impostazione iniziale del palazzo, dandogli l’aspetto monumentale e moderno che ammiriamo oggi.

In occasione della prima conferenza dei paesi non-allineati, tenutasi a Belgrado nel 1961, il palazzo viene ufficialmente inaugurato. Nelle diverse fasi della storia recente questo edificio ha accolto capi di stato provenienti da ogni parte del mondo. E’ stato la sede degli organismi governativi jugoslavi, poi del Consiglio dei ministri dell'Unione di Serbia e Montenegro, ed attualmente ospita le sedute del governo della Repubblica di Serbia.

Noto anche come SIV (acronimo di Savezno Izvršno Veće, ovvero “Consiglio Esecutivo Federale”), il palazzo è un esempio di stile modernista che risente degli influssi di Le Corbusier e di Pier Luigi Nervi. Si estende su una superficie di oltre cinquemila metri quadrati sulle sponde del Danubio ed ha una inedita pianta a forma di “H”.

Ma è soprattutto al suo interno che si possono ammirare le sei indimenticabili sale, arredate e decorate in modo sontuoso, ciascuna delle quali dedicata ad una delle repubbliche che componevano la federazione jugoslava. Una spettacolare cupola in vetro abbraccia infine l’immensa camera cerimoniale delle assemblee, che può accogliere fino a duemila ospiti.





Ricevimenti















Contributi

Branislav Stojaković

Branislav Stojaković

Belgrado per principianti