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Hubertus von Hohenlohe esplora il patrimonio culturale della capitale della Georgia, Tbilisi. Segui Hubertus mentre scopre i migliori posti che questa crescente destinazione internazionale ha da offrire.













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Napoli-Tbilisi

Ho scelto Tbilisi, dopo Praga, perché rappresentativa di quelle piccole nazioni al crocevia tra Oriente e Occidente, la cui cultura e civiltà è stata per molti anni trascurata dall'Occidente, che senza fondamento fondeva tutte le repubbliche federate dell'Unione Sovietica in un'idea di "Russia", trascurandone la specificità, e la impressionante varietà e diversità, trasfuse nella letteratura, nella musica e nelle altre espressioni artistiche di questi popoli.

Un po' come è accaduto per Napoli, la cui cultura è stata ridotta per anni a mero folklore e a banali stereotipi, prima che tanti studiosi ne rivalutassero l'importanza.

Ad introdurmi alla conoscenza della complessa storia della Georgia, e al fascino della sua cultura, è stata la lettura di "L'ottava vita" di Nino Haratischvili, che raccontando la saga familiare, un poco come Thomas Mann nei Buddenbrook, ricostruisce la storia del suo paese e dell'Europa attraverso un secolo e avendo come leitmotiv una misteriosa ricetta per la cioccolata calda.

La cultura georgiana, e di Tbilisi in particolare, capitale del regno di Georgia a partire dal V secolo, per secoli è stata un crogiolo delle più variegate civiltà tra Oriente e Occidente. Il nome della Georgia evoca in noi molto probabilmente reminiscenze liceali sul titano incatenato sul Caucaso, sugli argonauti e sul loro viaggio nella mitica Colchide, sul vello d'oro da loro riportato dalla capitale colca Aia e su Medea. Eppure, entrambi gli Stati georgiani, la Colchide e l'Iberìa, erano costantemente richiamati nelle fonti storico-letterarie greco-latine e, più tardi, in quelle medievali europee; ancora più tardi, invece, è calato un silenzio ingiustificato.

Senza parlare di numerosi e significativi eventi storici che legano la nostra penisola alla Georgia, è sufficiente ricordare un importante punto di contatto tra le nostre civiltà: il vino. Molti europei probabilmente ignorano che la Georgia è la patria del vino. Lo hanno appurato recenti scavi archeologici, che hanno riportato alla luce semini di uva e ne è esempio evidente il fatto che la parola per designare il vino nelle lingue occidentali deriva dalla voce georgiana o, come dicono i linguisti, proto-kartvelica γvino.

Il vino e più in generale la cultura del cibo, avvicinano molto la civiltà georgiana e la nostra, unite dal culto della convivialità e della condivisione, che diventano occasione di incontro e disponibilità all'ascolto dell'altro a all'ospitalità, come ho potuto sperimentare di persona nei viaggi di preparazione all'incontro del prossimo ottobre.

Quanto ai punti di contatto tra le nostre città, invece, basti richiamarne due. Il primo, Napoli è la città in cui è stata fondata la prima cattedra di Lingua e Letteratura Georgiana in Europa, precisamente a L'Orientale di Napoli, sotto la saggia guida del grande studioso Shalva Beridze; oggi tale cattedra, affidata al prof. Gaga Shurgaia, è l'unica in tutta Italia dove ci si possa laureare in Lingua e Letteratura Georgiana.

Come secondo punto di contatto, mi piace ricordare la figura del calciatore georgiano Khvicha Kvaratskhelia, il cui contributo è stato essenziale per vincere lo scudetto. Non è da meno il fatto che si tratta di un giovane che ha saputo trovare un giusto equilibrio tra uno straordinario successo e la dimensione umana della nostra esistenza.

L'architettura della città che visiteremo è una miscela di stile locale (georgiano) e bizantino, neo-classico, art nouveau, mediorientale e moderno-sovietico. La maggior parte degli edifici storici di Tbilisi risale al periodo imperiale russo (1801-1917). Le parti più antiche della città (Kala, Abanotubani, Avlabari) furono in gran parte ricostruite sui loro piani stradali medievali. Le aree del centro di Tbilisi: Sololaki, viale Rustaveli, Vera, ecc. hanno invece un aspetto occidentale.

Questa sintesi di passato e presente non può non richiamare alla mente la struttura della città di Napoli, con i suoi palazzi e le sue strade costruiti in parte sui primi insediamenti greci e latini, una città in cui convivono memoria e futuro, come nella Tbilisi in cui le tracce di un passato anche tragico, fanno progressivamente posto al desiderio di riconnettersi alla cultura europea.


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