Visite esclusive


Il Museo Egizio

È un viaggio nel tempo attraverso oltre 4000 anni di Storia quello si intraprende varcando la soglia del “Collegio dei Nobili”, il palazzo barocco nel cuore di Torino che dal lontano 1824 ospita il Museo Egizio, origine che ne fa la più datata collezione archeologica dedicata all’antico Egitto al mondo. A comporla sono gli oltre 40.000 reperti qui custoditi, 3.300 dei quali esposti lungo il percorso cronologico articolato in 15 sale e disposto sui 4 piani frutto dell’imponente opera di rifunzionalizzazione e ampliamento inaugurata nel 2015. Ulteriori 11.000 oggetti sono inoltre visibili nei depositi denominati “Gallerie della Cultura Materiale”, per uno sviluppo complessivo di 2 chilometri lineari e 10.000 metri quadri di superfici - di cui 600 destinati alle mostre temporanee - e comprensivi di sala conferenze ed eventi, caffetteria, bookshop, aree di servizio e uffici.

Grazie alla sua straordinaria raccolta di statue, papiri, sarcofagi, oggetti di vita quotidiana e, naturalmente, mummie - se ne contano circa 300 fra umane e animali - il Museo Egizio è considerato la principale istituzione culturale e scientifica nell’ambito delle antichità egizie al di fuori della culla di tale civiltà, ossia dopo il suo omologo del Cairo.

Un primato consolidato in tempi recenti non soltanto con lo sviluppo di un’offerta espositiva capace di richiamare 850 mila visitatori all’anno (nel 2019 hanno visitato il Museo 853.320 persone), ma soprattutto, sotto l’impulso della presidente Evelina Christillin e del direttore Christian Greco, attraverso un’azione di profondo rinnovamento in termini gestionali e organizzativi, nonché in virtù di una sempre più intensa attività scientifica condotta dalle risorse umane del Museo. Sono infatti una cinquantina le persone oggi direttamente impiegate - più che raddoppiate nell’ultimo quinquennio - di cui la metà dedite all’area ricerca, collezione e didattica (fra curatori, registrar, restauratori ecc.) mentre altrettante sono impegnate nelle aree gestione e amministrazione, sviluppo e fondi europei, comunicazione, marketing e relazioni esterne.

La gestione economico finanziaria del Museo rappresenta un altro dei suoi punti di forza: con un valore della produzione vicino ai 10 milioni di euro, il Museo Egizio ha saputo dare stabilità a un modello oggi in grado di garantirne l’auto-finanziamento, conseguendo nel triennio 2015/2017 avanzi di gestione per un totale di 1.833.360 euro (destinati al sostegno di nuove progettualità interne). Un risultato al cui conseguimento ha contribuito anche l’impulso dato alla circuitazione e commercializzazione di alcune mostre itineranti che, nelle diverse tappe effettuate in giro per il mondo, accolgono ogni anno centinaia di migliaia di visitatori.

Resta comunque la ricerca l’elemento al centro di un progetto scientifico che vede il Museo costantemente impegnato nella valorizzazione della collezione e nel dialogo con le principali istituzioni museali e di ricerca nazionali e internazionali: al di là della gestione dello spazio museale strettamente inteso, se ne riafferma così concretamente lo storico ruolo di punto riferimento per la comunità archeologica mondiale, come confermano operazioni quale l’avvio, nel maggio del 2015, della missione di scavo congiunta italo-olandese a Saqqara, a cui si affiancano i numerosi progetti di ricerca (circa 20 ogni anno) realizzati in collaborazione con importanti centri di ricerca nazionali e internazionali, il restauro di oltre 1100 reperti in 5 anni (2015-2019) e le pubblicazioni scientifiche a cura dello staff scientifico, produzione che è culminata nel 2017 con l’avvio di RiME, la Rivista scientifica del Museo Egizio.

Nei suoi quasi 200 anni di storia, il Museo Egizio si è più volte trasformato, rinnovato e ripensato, cercando di coniugare le esigenze della ricerca scientifica con quelle di fruizione del pubblico. A partire dal suo stesso profilo istituzionale, terreno in cui si è distinto per innovazione quando il 6 ottobre 2004 è nata ufficialmente la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino che rappresenta il primo esperimento di costituzione, da parte dello Stato Italiano, di uno strumento di gestione museale a partecipazione privata. La Fondazione è stata istituita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - che ha conferito in uso per 30 anni le collezioni museali - unitamente alla Regione Piemonte, all’allora Provincia di Torino (oggi Città Metropolitana), alla Città di Torino, alla Compagnia di San Paolo e alla Fondazione CRT.

Un’evoluzione formale determinante per la successiva trasformazione strutturale del Museo Egizio completata nell’aprile 2015 con il radicale rinnovamento dei propri spazi: un progetto da 50 milioni di euro sostenuto dai soci fondatori, frutto di 5 anni di lavori di rifunzionalizzazione, restauro e messa in sicurezza dell’edificio seicentesco di via Accademia delle Scienze. Si tratta di un profondo ripensamento del Museo che sotto la direzione di

Christian Greco ha dato corpo a un progetto scientifico capace di competere con i grandi musei internazionali. Il percorso museale ricostruisce la storia del Museo e delle collezioni, i contesti archeologici degli oggetti in mostra ma anche la storia delle missioni, la loro organizzazione, il loro modo di operare, avvalendosi, oltreché dei reperti custoditi, anche di un prezioso patrimonio archivistico ricco di foto e documenti storici.

La volontà di caratterizzarsi con un’offerta dinamica e sempre aggiornata si esprime inoltre nell’eterogeneo calendario di incontri pubblici organizzati, con periodici cicli di conferenze divulgative, workshop, visite tematiche, laboratori ecc. destinati ai pubblici più svariati, dalle famiglie agli stakeholders, dai turisti agli studiosi del settore. Fra essi, in particolare, un posto privilegiato è riservato agli studenti e in generale alle nuove generazioni, nel solco della naturale vocazione didattica e formativa di un Museo che accoglie circa 6.300 classi per una media di oltre 100.000 ragazzi l’anno.

In ottemperanza alle disposizioni governative per contrastare l’epidemia di Covid-19, nel 2020 il Museo Egizio è rimasto chiuso al pubblico 180 giorni, registrando nelle 185 giornate di apertura - che hanno comunque visto una forte riduzione delle capienze a partire da marzo - un calo di oltre il 70% rispetto al 2019. A fianco della prevedibile diminuzione degli ingressi, però, il Museo ha investito nel public engagement digitale, in particolare nei mesi di chiusura, con una serie di iniziative che hanno fatto registrare una crescita significativa degli utenti coinvolti attraverso il sito e i canali social dell’istituzione. Tra queste vale la pena citare “Le Passeggiate del Direttore”, lanciate a marzo e viste complessivamente da oltre 1 milione e 170mila utenti. Nei giorni di chiusura, inoltre, l'attività di ricerca e cura delle collezioni non si è mai interrotta, portando alla creazione di nuovi contenuti dedicati alla comunità scientifica, che sono valsi all’istituzione il prestigioso Premio del Patrimonio/Premi Europa Nostra 2020 nella categoria ricerca per la Turin Papyrus Online Platform (TPOP), progetto realizzato dal Museo Egizio per la digitalizzazione e messa a disposizione della propria collezione papirologica.


Museo delle Antichità Egizie di Torino
Via Accademia delle Scienze 6
museoegizio.it


 
 
 

Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto

Il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto di Torino, che ospita i raffinati arredi dell’antiquario Pietro Accorsi e le preziose collezioni di Giulio Ometto, allievo di Accorsi e Presidente dell’Istituzione fino al 2019, nasce con lo scopo di far conoscere al pubblico uno straordinario patrimonio di opere d’arte. Tra i suoi compiti, oltre a salvaguardare l’arte del XVIII e XIX secolo, ha anche quello di ampliare le proprie raccolte, mantenendo inalterato il gusto e lo spirito collezionistico del fondatore, Pietro Accorsi.

Il percorso espositivo è suddiviso in 23 sale, 8 delle quali sono allestite come quelle di Villa Paola, la residenza sulla collina di Moncalieri, vicino a Torino, dove Accorsi era solito invitare i suoi ospiti. Al loro interno sono conservati capolavori assoluti, quali il doppio-corpo datato 1738 e firmato dal famoso ebanista torinese Pietro Piffetti e il vassoio in tartaruga, oro e madreperla, realizzato a Napoli poco prima della metà del Settecento e donato da papa Benedetto XIV al marchese Leopoldo del Carretto. Gli altri ambienti conservano importanti testimonianze figurative inerenti vari campi del sapere decorativo, dalle porcellane agli argenti, dagli oggetti montati alle maioliche.


Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto
Via Po 55, Torino
www.fondazioneaccorsi-ometto.it


 
 
 

Museo dell'Automobile

L'idea di questo museo nacque nel 1932 da Cesare Goria Gatti e Roberto Biscaretti di Ruffia. Inaugurato nel 1960, il sito è stato riaperto a marzo 2011, completamente restaurato dall'architetto François Confino. L'immensa collezione annovera non solo i marchi storici (ottanta marche automobilistiche, di cui è presente almeno un esemplare) ma riflette anche sul futuro di questo fondamentale mezzo di trasporto.


Museo dell'Automobile
Corso Unità d'Italia, 40
www.museoauto.com


 
 
 

OGR Officine Grandi Riparazioni

Le Officine Grandi Riparazioni di Torino (OGR Torino) sono un complesso industriale di fine Ottocento situato a Torino.
Per un secolo, tra la fine dell'Ottocento e i primi anni Novanta, le OGR-Officine Grandi Riparazioni di Torino hanno rappresentato un'eccellenza nel campo della manutenzione di locomotive, automotrici e vagoni ferroviari.
Con l’intervento di ristrutturazione e recupero si concretizza il passaggio da ex Officine per la riparazione dei treni a nuove Officine della cultura contemporanea, dell’innovazione e dell’accelerazione d’impresa a vocazione internazionale.


OGR Officine Grandi Riparazioni
Corso Castelfidardo, 22
ogrtorino.it


 
 

Musei Reali

Il grande complesso, inaugurato nel 2013, che comprende il Palazzo Reale di Torino, l'Armeria Reale, la Biblioteca Reale e la Galleria Sabauda.


Musei Reali
Piazzetta Reale, 1
www.museireali.beniculturali.it


 
 
 

Palazzo Madama

Localizzato proprio accanto a Palazzo Reale e aperto recentemente, dopo oltre 10 anni di restauri; il nome della residenza è dovuto alle due "madame reali" che qui soggiornarono: Cristina di Francia, moglie di Vittorio Amedeo I, e Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, seconda moglie di Carlo Emanuele II, reggente dal 1675. Oggi il palazzo è sede del Museo Civico di Arte Antica e le sue sale ospitano ricche ed eterogenee collezioni: dipinti, mobili, sculture, ceramiche, smalti, vetri, avori, arazzi ecc., con reperti dal I sec. d. C. al XX secolo!


Palazzo Madama
Piazza Castello
www.palazzomadamatorino.it