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LONDRA DA BERE, DA MANGIARE

Londra, autunno 2014. Dove si può, ma soprattutto dove si deve andare a mangiare, bere, dormire? La questione è difficile e cruciale: si tratta insomma di catturare il glam, la tendenza, il cool, la moda londinese del momento... in tutta la sua proteiforme e fuggevole apparenza.
Disorientati? Allora dovreste proprio ascoltare lo scambio di vedute tra Federico, che in fatto di locali se ne intende da sempre, e Mariachiara, che invece ha fatto recentissime ricerche. I due esperti s’incontrano in tarda mattinata da Daylesford, a due passi da Sloane Square, per dibattere davanti a un meraviglioso brunch biologico, offerto dalla fattoria della rinomatissima famiglia Bamford.
“Iniziamo dagli alberghi”, esordisce Federico senza preamboli, “io consiglierei senz’altro il Claridge’s e il Connaught, oltre che il Brown’s Hotel, per gli amanti dell’high tea...”. “Senza dubbio”, risponde pronta Mariachiara, “ma non bisogna dimenticare tre piccoli alberghi che si trovano proprio in questa zona, nati all’interno di antiche dimore londinesi: il No.11 Cadogan Gardens, il Cranley, ma soprattutto The Egerton House, dove c’è un barista simpaticissimo, Antonio, famoso per i suoi Martini”.
Riguardo al Martini, però, Federico non è convinto: “Sarà, ma il Martini per eccellenza si beve nel bar del Dukes Hotel, in St James’s. È il migliore cocktail bar di Londra e il suo elisir ha persino aiutato Ian Fleming a scrivere James Bond! Ma bisogna farselo preparare da Alessandro Palazzi... ” “Altrimenti”, riflette Mariachiara, “per chi voglia pernottare vicino all’East London, c’è il Charlotte Street Hotel. È un altro albergo che non ha una stanza uguale all’altra. Per di più, Charlotte Street la sera si anima. Il primo Roka, che insieme al suo gemello Zuma è il più buon giapponese di Londra, non a caso ha aperto proprio lì”.
Federico, però, non è d'accordo: “Il più buon giapponese di Londra è il Nozomi, dove anche gli aperitivi sono super. Il locale è del Principe Max della Torre e Tasso ed è il più glam di Knightsbridge”. Ecco, Federico ha pronunciato la parola magica, per di più nominando il Principe Max, il ragazzo più influente nella notte londinese accanto al piemontese Carlo Carello.
Perché la notte oggi a Londra vuol dire Toy Room e Loulou’s, passando per il Boujis. "E con crostacei e pesci come la mettiamo?", chiede Mariachiara, e la risposta di Federico è immediata: "Per il pesce c'è un solo nome, Assunta Madre, e non aggiungo altro". Mariachiara, allora, è costretta a giocare la carta dei grattacieli della City: “Sicuramente, è di gran moda andarsi a bere un drink al trentesimo piano, insieme agli uomini d’affari. Lo Sky Lounge, per esempio, ha una bellissima terrazza, con vista mozzafiato. Ma il cuore della movida tra le nuvole è il Sushisamba: vale la pena andare solo per prendere l’ascensore di vetro, provare i loro cocktail e ammirare i costumi coloratissimi delle ballerine brasiliane!” “Sembra divertente”, concede Federico, “ma, a dirtela tutta, la mia serata ideale inizia con i piedi ben piantati a terra, da Vini Italiani o da Rocco, a Chelsea. Campari shakerato, preparato da Sergio, pane casereccio, olive e mortadella. E poi, se ho voglia di carne, di solito vado da Macellaio, a South Kensington, altrimenti scelgo un ristorante francese: a Battersea c’è il Gazette, ma quando ho voglia di spingermi fino a Shoreditch, mi aspettano Les Trois Garçons.
Come pub in cui si mangia bene, invece, ti consiglio il Westbourne, a Notting Hill”. “Grazie, lo proverò!” Anch’io conosco un buon pub, Gordon’s, ma è sempre pieno. È una cantina sotterranea, sudicia, illuminata da candele... Il vero vecchio pub inglese sulle sponde del Tamigi, solo che si banchetta a formaggi e vino”.
“Formaggi e vino al pub?” A Federico l’idea piace subito, ma Mariachiara gli svela una triste verità: “Purtroppo, secondo le mie ricerche, quest’anno chi vuole essere veramente cool deve dimenticare gli affettati e sposare il peruviano. Ne aprono in continuazione, a cominciare dal Coya, a Green Park, che ha anche un open grill, requisito fondamentale per essere al passo con i tempi.
A Londra, gli open grill spopolano: grill giapponesi, messicani, new grill in stile american... A proposito, da non perdere l’Hoxton grill! Persino Amaya, il miglior ristorante indiano di Londra, tradisce volentieri il curry per il grill. E il 34, l’ultimo ristorante del gruppo Caprice, che comprende anche famosi club privati come George, Harry’s Bar e Annabel’s, si è fatto arrivare un grill dall’Argentina. Ovviamente, però, la scelta vincente è il grill peruviano”. “Peccato che le porzioni siano minuscole...”, commenta Federico, scettico. “Hai ragione, in effetti, un’altra mania sono le tapas”, incalza Mariachiara, “io amo follemente quelle di José Tapas, un piccolo sherry bar in London Bridge. Ma al Lima Floral, che ha appena aperto a Soho, si possono assaggiare le piqueos, tapas peruviane grigliate. Che ne dici?” Federico prende tempo, godendosi l’ultimo sorso di caffè, poi osserva: “Ho un altro nome da darti, di un ristorante francese, scrivitelo”.
“Non capisci”, prova a obiettare Mariachiara, “la cucina francese non...” Ma Federico insiste: “Scrivi. Questa non è cucina francese tradizionale, ha un twist moderno. Il posto si chiama Sketch”. “E in che cosa consiste questo twist?” “Fois gras a cubetti”, spiega Federico, tradendo un lieve rammarico, “ma il locale è psichedelico, da andare a vedere assolutamente.
Il bar si trova dentro un enorme uovo bianco e le pareti, in costante evoluzione, sono ricoperte di schizzi d’artista”. Mariachiara aggiunge il nuovo indirizzo alla sua lista, ma non vuole salutare Federico prima di avergli svelato la sua più inebriante scoperta, il ristorante Pollen Street Social.
“Non l’ho ancora provato, qual è il piatto più buono?”, chiede Federico. “La migliore quaglia cotta su aghi di pino che tu abbia mai mangiato”, risponde Mariachiara. Per i nostri esperti, è giunto il momento di andare.
Prima di separarsi però, fanno insieme un giro da Partridges, un ottimo negozio di gastronomia proprio di fronte alla Saatchi Gallery: a entrambi, infatti, parlando così a lungo di ristoranti è venuta voglia di comprare qualcosa di buono da mangiare…a casa.

Mariachiara Leteo e Federico San Giorgio

Mariachiara Leteo
 
Federico San Giorgio
 
Il Claridge's
 
Alessandro Palazzi
 
Il Nozomi
 
Trois Garçons

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